In un’epoca in cui la frase che mi sento ripetere più spesso è “tieniti stretto il lavoro che hai perché non troverai altri contratti in giro” ma anche “un contratto a tempo indeterminato è un lusso”, io esattamente un anno fa ho sbattuto la porta in faccia ad un lavoro ormai praticamente a tempo indeterminato per spiccare il volo da battitore libero.
Felice colui che ha trovato il suo lavoro; non chieda altra felicità. (Thomas Carlyle)
Follia?Non lo so, non proprio direi. Perchè io l’ho meditato, ci sono arrivata consapevolmente e con il pieno appoggio di chi mi ama. E non ho nemmeno dovuto fare tanti discorsi perchè l’opportunità mi è stata offerta una mattina da una telefonata dai toni meschini e subdoli, ignoranti e vergognosi che mi ha fatto dire: “e mo’ basta”! Perchè quella telefonata ha racchiuso tutto il peggio e l’ingratitudine di un capo che non aveva soppesato nulla prima di parlare e mi ha fatto sentire quel “click” che aspettavo da tempo. E se mi guardo indietro, oggi, lo faccio per l’ultima volta, per andare avanti e trarre un bilancio che sarà sempre qui da leggere quando (e se) lo leggerò. E s’intitola:
12 COSE CHE HO IMPARATO (A FARE) IN 12 MESI
Insomma, se mi guardo indietro e poi guardo in uno specchio davanti a me, vedo una persona nuova che è un anno più grande ma almeno 2 più competente. E mi sono ritrovata a dire, spontaneamente, durante una conversazione negli ultimi giorni: “E’ stato l’anno più felice della mia vita!”. Non ho detto facile. Non ho detto remunerativo.
Oggi guardo alle vacanze imminenti, perchè ho sistemato un pò di cose e forse stacco un pò. Non so che cosa ci sarà nel 2016 ma ci penso fra un paio di settimane. A bocce ferme e pile ricaricate. Guardo all’oggi, ai miei oltre 50 compiti in classe da correggere, progettazione per i clienti da spedire e ad una cena di Natale che mi aspetta stasera…