Ho il dono dell’ubiquità (social)
15 Novembre 2016Su di me – Blog | Vita di Pi(erre)
23 Gennaio 2017Un pò per lavoro e un pò per utilità mi sono iscritta a tanti gruppi Facebook a tema “mamme e figli” ma l’imbruttimento generale e l’analfabetismo funzionale degli ultimi tempi mi spaventano. Sto leggendo le richieste più assurde e le risposte più improbabili. E non in un solo gruppo.
Una mamma su Facebook diventa Rita Levi Montalcini, c’avete mai fatto caso?
Una mamma ha vissuto tutto, sa tutto e dispensa tutti: soprattutto consigli di merda. Anzi no, non consigli: Bibbia.
Una povera puerpera chiede un consiglio su come far addormentare il piccolo senza tenerlo per forza in braccio un’ora e mezza e la “mamma su Facebook” lancia i suoi strali: il bimbo deve sentire il contatto umano, se non lo tieni in braccio cosa l’hai fatto a fare, quando crescerà questi momenti ti mancheranno.
Fermi tutti! La povera puerpera desidera DORMIRE, RICARICARSI per essere lucida e non prossima al suicidio.
Una mamma su Facebook diventa pediatra, c’avete mai fatto caso?
Una mamma sola la domenica ha bimbo con la febbre alta e tiene a disposizione l’arsenale delle medicine pensando a quale pozione magica far ingurgitare al pargolo non prima di aver consultato il suo gruppo di mamme su Facebook che puntualmente sfodereranno panegirici su quanto il Nurofen faccia venire le convulsioni e quanto sia ottima la Tachipirina. E prescrivendone le dosi.
La questione vaccini, signore mie, è quel tasto che vi fa dire “3,2,1…mi tolgo dal gruppo!” perchè lì avviene l’apoteosi dell’ignoranza alla quale sottoponiamo la salute dei nostri figli. Un pò come quando confondiamo Nelson Mandela e Morgan Freeman. Ma sulla loro pellaccia. Poveri Cristi.
Quando l’antivaccinismo INCONSAPEVOLE anzi, INCOSCIENTE, incontra internet e i social network si generano mostri. E ce ne sono tanti, troppo.
Una mamma su Facebook diventa il genio dell’attacco al seno, c’avete mai fatto caso?
Una povera puerpera lotta ogni tre ore per attaccare un neonato un pò disorientato ma lei, la “mamma su Facebook”, a distanza e senza manco conoscerla ha già chiarissima la questione, e si spertica a rimproverare la neo mamma allo stremo delle forze.
Una mamma su Facebook diventa anche efficace centro di concepimento. Purtroppo.
Racconta di come abbia programmato tutto nei minimi dettagli: quando come e dove posizionare il consorte perchè espleti la sua funzione fecondante in modo matematico, perchè lei ha deciso che il figlio debba nascere il giorno X.
La magia le riesce e lo sbatte in faccia a tutte quelle donne che fanno una fatica boia a restarci di nuovo e incappano per sbaglio nel suo post da vacca da monta (“vacca” è il termine corretto con il quale va denominata quella che noi chiamiamo mucca). E panegirica violentemente sui DO e i DON’T del caso.
Una “mamma su Facebook” non è mai impreparata, ha una risposta per tutto ma soprattutto ha la CAZZIATA sempre in canna. Facendo leva sulla fragilità delle altre mamme, ha creato mostri che si sentono perennemente mamme-merda.
La “mamma su Facebook” si interroga
La “mamma su Facebook” che pone DOMANDE invece, non vuole sentirsi dire “chiama subito il pediatra”, “consultati con un medico o con un professionista”, “chiedi ad un esperto” perchè questo le costerebbe tempo, tempo che lei sta investendo su Facebook pur di non mollare il telefono.
La mamma che chiede vuole una SOLUZIONE. EFFICACE. SUBITO.
Non le importa che le stiate spiegando per quale ragione ogni caso è unico, non le importa di scandagliare tutte le opzioni: deve sbarazzarsi del problema.
ORA.
E il “problema” può essere un piccoletto con le coliche (salvo non sapere nemmeno che le coliche hanno fasce orarie) che non trova pace da ore a cui lei vuole dare delle GOCCE calmanti per farlo smettere. E lo scrive a metà pomeriggio quando il bimbo sta tribolando dalla sera precedente. Lasso di tempo in cui lei ha formulato il suo post da scrivere nel gruppo non per chiamare il pediatra.
Non vuole sentire storie, vuole che le diate RAGIONE. Che le diciate che è giusto, che si fa così, che tutto sparisce subito.
Ma, cara “mamma su Facebook” non c’è un manuale quando decidi di avere un figlio. Non c’è un “tutto e subito risolto” ma soprattutto non troverai una guida alla crescita di tuo figlio da migliaia di estranee.
A loro, “mamma su Facebook”, puoi chiedere che marca usano di pannolini, la crema per il cambio, quale tessuto è meglio in relazione alla stagione, quali giocattoli acquistare e dove. Non certo – come ho letto tante volte – le dosi e la marca del latte in polvere perchè credi che il tuo non sia sufficiente.
“Mamma su Facebook” questo non è un libretto di istruzioni, nessuno azzeccherà mai la ricetta magica per regalarti una casa silenziosa, pulita e in ordine. Per un semplice motivo: hai un figlio. Quindi, staccati da quel telefono, accendi il cervello e alza le antenne: il libretto d’istruzioni i bimbi spesso ce l’hanno incorporato, basta ascoltarli e tradurre il loro linguaggio.
Pediatra, professionisti e consulenti ti forniscono il vocabolario quando proprio non ne vieni fuori.
Mark Zurckergberg e le mamme premio Nobel no, scommettiamo?
Avvertenza: per scrivere questo post ho accuratamente evitato di leggere interventi di mamme consapevoli, intelligenti e un pò pasticcione che prima di aprire bocca aprono il cervello. Sono rari, ma ci sono. Lo giuro.
4 Comments
Ma sai che è proprio così. Anche io mi trovo in gruppi assurdi dove fanno domande su questioni che a volte rasentano la decenza! Te lo condivido!
Grazie mille del tuo apprezzamento, credo che in molte ci troviamo in questa situazione 🙂
Finalmente!!!!!! Dimmi in quali gruppi ti trovo (Mansardina a parte!) e ci facciamo coraggio a vicenda 😀
Anche di fronte all’analfabetismo, che purtroppo non è solo funzionale…
Non si tratta di presunta superiorità, nessuna donna con buon senso crede questo, anzi, di solito io traggo una buona dose di “però se queste trovano il tempo di scrivere anatemi ed essere semprepettinate/truccate/tirate e fare con figli TUTTO ciò che le mode del momento inculcano e immortalato con apposito filtro, forse io ho un problema di organizzazione)… È sopravvivenza!
Ciao Monica,
non pensavo di riscuotere tanta solidarietà, anch’io sopravvivo vestita (spesso) come una scappata da casa, per riuscire a stare dietro a tutto…:)