A quest’ora del venerdì (16.27) sento ormai finita la giornata e la settimana, anche se a volte è a quest’ora che si scatenano le e-mail, ci avete mai fatto caso? Come se quelle due ore alla fine del pomeriggio potessero salvarci tutti dal vuoto settimanale, dal pneumatico vuoto del progetto a cui stiamo lavorando da giorni e al quale speriamo di dare presto una svolta (la famosa svolta buona!).
In realtà, lavorando in posti diversi durante i primi quattro giorni della settimana, il venerdì tendo a prendermela comoda perchè mi aspetta il pc nello studio in fondo al corridoio: anche in pigiama, lo ammetto.
Quindi mi sveglio e preparo tutto per portare il nano all’asilo e poi al rientro mi fermo al mio solito bar a fare colazione dalla mia amica barista (che vedo solo 1 sola volta a settimana perchè è portatrice di quantità sconfinate di glutine!) ma se faccio tutto questo, quando accendo il Mac sono perfettamente vestita da mamma ginnica e pronta a tutto! 🙂
Ad una cena fra amiche hanno dissentito profondamente all’idea che lavori in pigiama: ma su andiamo, chi non l’ha mai fatto? Soprattutto in quei giorni in cui sai di non avere contatti umani a parte una call telefonica o via Skype con le persone con cui collabori (ergo puoi escludere la video camera! o vestirti tipo mezzobusto da tg)…
Ok, il venerdì è a caso – il famoso “casoal” friday – anche nelle cose che faccio, perchè di solito è il giorno in cui controllo i conti, pago le cose in sospeso, sistemo il sito, i social, i lavori pendenti e le mail aperte da due giorni che meritano risposte articolate. E ricontrollo l’agenda rossa che inesorabilmente mi ricorda scadenze che avevo rimosso, mannaggia a me!
Però il venerdì a quella bella atmosfera da gita, da “finalmente è finita”, un tepore – per chi come me ama l’inverno – e una tranquillità dal gusto inspiegabile…finchè non arriva lei: la spada di Damocle contenuta in quella mail di fine giornata, all’arrivo della quale esclami: “ma ca@@o prenderti un giorno di ferie oggi, no?!?!” 🙂